BOLOGNA E LA CULTURA
La politica culturale è un tema cruciale per Bologna: più che un tema si potrebbe dire “valore” intendendo come valore quello che Calvino pensava a proposito della letteratura, valore come qualità o specificità proprie della cultura, e che solo la cultura può dare con i suoi mezzi specifici.
La produzione culturale è, e non si smetta mai di sottolinearlo, indispensabile fattore di sviluppo economico, oltre che fattore di civiltà. Per questo va incoraggiata e messa al centro di un programma politico serio e attento alle necessità vere della città, chiedendo all’amministrazione locale ogni tipo di valorizzazione delle istituzioni culturali e di collegamento e dialogo reciproco tra loro. La progettazione della politica culturale parte da quello che già esiste nel territorio.
La cultura è un servizio per tutti, e non un fiore all’occhiello del singolo assessore, direttore o sovrintendente: e quando si dice servizio, si deve pensare che la cultura non è la “politica dei grandi eventi” ma un fenomeno diffuso e quotidiano, fatto di piccole e grandi cose (laboratori per bambini, biblioteche aperte la domenica, mostre e spettacoli gratuiti, rassegne estive che durano due mesi e non solo la sera del grande concerto, spazi gestiti dai giovani per i giovani). In sintesi la cultura in cui crediamo è la capacità di generare occasioni di dibattito e di approfondimento, di promuovere l'acquisizione e la circolazione dei saperi, di diffondere strumenti ed opportunità. Questo rende la cultura un importante motore di sviluppo.
LE NOSTRE PROPOSTE
L’Assessorato alla Cultura deve essere il motore di una selezionata serie di progetti qualificati da sviluppare con coerenza, creando così eventi costanti nel tempo, senza rincorrere i grandi eventi, che non salvano né trasformano la vita culturale della città.
Un grosso sforzo dovrà essere fatto nella direzione di un’integrazione della programmazione culturale con le politiche di riqualificazione urbana, di mediazione culturale e dei servizi culturali per l’infanzia (IDEA: istituire un laboratorio permanente d’arte per bambini, aperto anche il sabato e la domenica).
Bologna, può tornare ad essere un punto di riferimento per le altre città solo se sarà capace di confrontarsi e di dialogare con loro sul piano nazionale e internazionale. Bologna ha tuttora la grande fortuna di ricevere ogni anno un grosso numero di studenti da diverse parti del mondo, e ad oggi questo patrimonio culturale sembra non essere preso in considerazione e valorizzato.
Parole chiave per una nuova idea di cultura a Bologna
1) BASTA COI FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Pochi finanziamenti, consistenti, con forte responsabilizzazione di alcuni attori chiave (Musei, Teatri, Università e realtà produttive/creative di eccellenza).
Mai più finanziamenti a pioggia, per accontentare tutti. Perché oramai siamo sicuri che finanziare tutto e tutti non solo non è possibile causa i tagli enormi alla cultura, ma anche ingiustificabile e controproducente. Occorre scegliere, selezionare, indicare alcuni criteri di qualità e di innovazione e verificare poi i livelli di capacità gestionale. In questa ottica un buon assessorato non gestisce la cultura in proprio ma la fa gestire alle istituzioni cittadine, salvaguardando le realtà locali meritevoli e significative.
2) NETWORK TRA ISTITUZIONI CULTURALI E TRA I TEATRI
Bisogna collegare Bologna alle altre città, coproducendo grandi spettacoli, soprattutto per gli enti lirici (che richiedono grandi sprechi di denaro). Per la lirica coproduzione e reciprocità possono essere dei nuovi punti di forza e di uscita dalla attuale crisi. Ma la stessa cosa vale per le mostre, che possono essere esportate, con tagli alle spese del catalogo e dell’assicurazione delle opere, oltre che per il prestigio di mandare in giro per il mondo una mostra prodotta dal MAMBO o dalla Pinacoteca, per esempio.
3) COLLABORAZIONE COI PRIVATI
Cercare di collaborare con i privati, nell’ottica del finanziamento e non della gestione. Per questo quando si richiede la collaborazione dei privati non si dovrebbe superare mai il 49 %, altrimenti diventa una S.p.A.
4) NODO UNIVERSITÀ
Un punto molto delicato è stabilire un rapporto continuo ed efficace con l’università e i centri di ricerca, soprattutto per quanto riguarda la cultura giovanile. Il Comune dovrebbe fare sistema con l’Università per quanto riguarda i servizi allo studente, (es. biblioteche aperte di domenica, di notte) e le iniziative culturali interdisciplinari, con il coinvolgimento di altre prestigiose università e studenti provenienti da tutta Europa. Soltanto collaborando, al di là dell’ottica baronale ed economica che fino ad oggi ha regnato imperante, si recupera lo scollamento che esiste tra città (Comune) e Università.
5) MAGGIORE ATTENZIONE ALL’INFANZIA
Il mondo della scuola e dell’educazione ha sempre più bisogno di una didattica legata all’arte, intendendo per didattica dell’arte quell’approccio all’arte (arte visiva, musica, teatro) che vede nel laboratorio il luogo per eccellenza di ricezione e produzione di saperi, ma soprattutto il luogo di elaborazione – costruzione delle identità personali dei protagonisti, bambini o adulti che siano. Per questo, dopo avere valutato la crescente domanda da parte di scuola e famiglia in questo settore (liste d’attesa per il laboratorio del MAMBO, soprattutto per le DOMENICHE AL MUSEO) può essere davvero importante creare un laboratorio permanente d’arte, musica e teatro per i bambini, dove soprattutto il sabato e la domenica i piccoli si possano divertire imparando. Per esperienza sappiamo che questo genere di iniziative trovano sempre finanziatori pubblici o privati, soprattutto a Bologna e in Emilia Romagna, dove i servizi all’infanzia sono sempre stati considerati all’avanguardia.
La politica culturale è un tema cruciale per Bologna: più che un tema si potrebbe dire “valore” intendendo come valore quello che Calvino pensava a proposito della letteratura, valore come qualità o specificità proprie della cultura, e che solo la cultura può dare con i suoi mezzi specifici.
La produzione culturale è, e non si smetta mai di sottolinearlo, indispensabile fattore di sviluppo economico, oltre che fattore di civiltà. Per questo va incoraggiata e messa al centro di un programma politico serio e attento alle necessità vere della città, chiedendo all’amministrazione locale ogni tipo di valorizzazione delle istituzioni culturali e di collegamento e dialogo reciproco tra loro. La progettazione della politica culturale parte da quello che già esiste nel territorio.
La cultura è un servizio per tutti, e non un fiore all’occhiello del singolo assessore, direttore o sovrintendente: e quando si dice servizio, si deve pensare che la cultura non è la “politica dei grandi eventi” ma un fenomeno diffuso e quotidiano, fatto di piccole e grandi cose (laboratori per bambini, biblioteche aperte la domenica, mostre e spettacoli gratuiti, rassegne estive che durano due mesi e non solo la sera del grande concerto, spazi gestiti dai giovani per i giovani). In sintesi la cultura in cui crediamo è la capacità di generare occasioni di dibattito e di approfondimento, di promuovere l'acquisizione e la circolazione dei saperi, di diffondere strumenti ed opportunità. Questo rende la cultura un importante motore di sviluppo.
LE NOSTRE PROPOSTE
L’Assessorato alla Cultura deve essere il motore di una selezionata serie di progetti qualificati da sviluppare con coerenza, creando così eventi costanti nel tempo, senza rincorrere i grandi eventi, che non salvano né trasformano la vita culturale della città.
Un grosso sforzo dovrà essere fatto nella direzione di un’integrazione della programmazione culturale con le politiche di riqualificazione urbana, di mediazione culturale e dei servizi culturali per l’infanzia (IDEA: istituire un laboratorio permanente d’arte per bambini, aperto anche il sabato e la domenica).
Bologna, può tornare ad essere un punto di riferimento per le altre città solo se sarà capace di confrontarsi e di dialogare con loro sul piano nazionale e internazionale. Bologna ha tuttora la grande fortuna di ricevere ogni anno un grosso numero di studenti da diverse parti del mondo, e ad oggi questo patrimonio culturale sembra non essere preso in considerazione e valorizzato.
Parole chiave per una nuova idea di cultura a Bologna
1) BASTA COI FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Pochi finanziamenti, consistenti, con forte responsabilizzazione di alcuni attori chiave (Musei, Teatri, Università e realtà produttive/creative di eccellenza).
Mai più finanziamenti a pioggia, per accontentare tutti. Perché oramai siamo sicuri che finanziare tutto e tutti non solo non è possibile causa i tagli enormi alla cultura, ma anche ingiustificabile e controproducente. Occorre scegliere, selezionare, indicare alcuni criteri di qualità e di innovazione e verificare poi i livelli di capacità gestionale. In questa ottica un buon assessorato non gestisce la cultura in proprio ma la fa gestire alle istituzioni cittadine, salvaguardando le realtà locali meritevoli e significative.
2) NETWORK TRA ISTITUZIONI CULTURALI E TRA I TEATRI
Bisogna collegare Bologna alle altre città, coproducendo grandi spettacoli, soprattutto per gli enti lirici (che richiedono grandi sprechi di denaro). Per la lirica coproduzione e reciprocità possono essere dei nuovi punti di forza e di uscita dalla attuale crisi. Ma la stessa cosa vale per le mostre, che possono essere esportate, con tagli alle spese del catalogo e dell’assicurazione delle opere, oltre che per il prestigio di mandare in giro per il mondo una mostra prodotta dal MAMBO o dalla Pinacoteca, per esempio.
3) COLLABORAZIONE COI PRIVATI
Cercare di collaborare con i privati, nell’ottica del finanziamento e non della gestione. Per questo quando si richiede la collaborazione dei privati non si dovrebbe superare mai il 49 %, altrimenti diventa una S.p.A.
4) NODO UNIVERSITÀ
Un punto molto delicato è stabilire un rapporto continuo ed efficace con l’università e i centri di ricerca, soprattutto per quanto riguarda la cultura giovanile. Il Comune dovrebbe fare sistema con l’Università per quanto riguarda i servizi allo studente, (es. biblioteche aperte di domenica, di notte) e le iniziative culturali interdisciplinari, con il coinvolgimento di altre prestigiose università e studenti provenienti da tutta Europa. Soltanto collaborando, al di là dell’ottica baronale ed economica che fino ad oggi ha regnato imperante, si recupera lo scollamento che esiste tra città (Comune) e Università.
5) MAGGIORE ATTENZIONE ALL’INFANZIA
Il mondo della scuola e dell’educazione ha sempre più bisogno di una didattica legata all’arte, intendendo per didattica dell’arte quell’approccio all’arte (arte visiva, musica, teatro) che vede nel laboratorio il luogo per eccellenza di ricezione e produzione di saperi, ma soprattutto il luogo di elaborazione – costruzione delle identità personali dei protagonisti, bambini o adulti che siano. Per questo, dopo avere valutato la crescente domanda da parte di scuola e famiglia in questo settore (liste d’attesa per il laboratorio del MAMBO, soprattutto per le DOMENICHE AL MUSEO) può essere davvero importante creare un laboratorio permanente d’arte, musica e teatro per i bambini, dove soprattutto il sabato e la domenica i piccoli si possano divertire imparando. Per esperienza sappiamo che questo genere di iniziative trovano sempre finanziatori pubblici o privati, soprattutto a Bologna e in Emilia Romagna, dove i servizi all’infanzia sono sempre stati considerati all’avanguardia.
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