Il mondo della cultura bolognese è sempre stato ricco di attori, ma molto frammentato. Occorre condividere le priorità e concentrare le risorse per favorire gli effetti positivi che la cultura ha sulla crescita economica e civile di una comunità. In questa direzione vanno il progetto del Polo Museale di Palazzo D’Accursio e il Museo della Città promosso meritoriamente dalla Fondazione Carisbo, il Polo della Manifattura delle Arti, Sala Borsa e la vocazione culturale della futura area Staveco.
“Mettere a sistema” e “Valorizzare le eccellenze esistenti” sono le parole d’ordine, con l’obiettivo di definire un vero e proprio Piano Strategico della Cultura Bolognese.
Bologna presenta nel Paese un sistema culturale particolarmente vivace e variegato in termini di offerta (musei, teatri, biblioteche, cinema, associazionismo) in grado di coprire quasi tutte le diverse aree d’interesse della cultura e delle fasce di popolazione della città: emerge però la necessità di valorizzare di più queste differenti situazioni in una rete di interazioni tra le istituzioni comunali, i soggetti culturali privati Fondazioni, l’Università, lo Stato (Pinacoteca), le associazioni della città e i quartieri, per evitare la dispersione delle risorse e delle esperienze.
Sul fronte delle eccellenze, Bologna vanta una Cineteca di livello internazionale, un Museo d’Arte Moderna di altissimo profilo e può nei prossimi anni valorizzare ulteriormente un gioiello come la Sala Borsa, il riconoscimento UNESCO di “Città della Musica”.
Bologna può inoltre contare già oggi su una fitta rete di biblioteche comunali e universitarie, su un importante numero di teatri e su alcuni festival ormai consolidati. Occorre mettere in rete le potenzialità dei teatri e dei festival in un’ottica di attrattività nazionale ed internazionale, attraverso un progetto che li promuova in modo unitario in Italia e all’estero, che definisca luoghi e modalità, catalizzando sponsor e investimenti.
Obiettivo fondamentale sarà la collocazione internazionale di Bologna che, grazie anche alla rapida accessibilità frutto dell’Alta Velocità, è sempre più città crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura, anche attraverso un calendario di proposte culturali e di spettacoli di qualità per attrarre nuove risorse e promuovere una nuova “immagine” della città.
Le grandi potenzialità di attrazione turistica di Bologna passano attraverso una piena appropriazione della sua storia con eventi ed iniziative che esaltino il ruolo avuto dalla città nella vicenda culturale e storica dell’Italia e dell’Europa.
Va altresì valorizzata la grande tradizione culinaria ed enogastronomica della città che è uno dei motivi più importanti della sua fama internazionale.
A tale scopo si dovrà promuovere la messa in rete di tutti i soggetti che operano per la promozione della città.
La sperimentazione è un valore e va conservato, la maggior parte delle risorse destinate alla cultura deve essere orientata verso soggetti in grado di bilanciare qualità dell’offerta, efficienza nella gestione e riscontro di pubblico, valorizzando anche alcune filiere di produzione culturale particolarmente vivaci nella nostra città (produzione cinematografica ed audiovideo, creatività nell’arte e nell’editoria, della musica, etc.).
E’ importante comunque affermare che la spesa culturale può essere un importante investimento e può garantire ai cittadini non solo una migliore qualità della vita, ma il pieno godimento di quella libertà culturale ormai riconosciuta fra i diritti non comprimibili della persona. La cultura è la leva fondamentale per attirare visitatori qualificati a Bologna. Bologna deve puntare sul turismo culturale, posizionandosi come crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura. In questa prospettiva dobbiamo lavorare su eventi in grado di valorizzare i luoghi della nostra città. Per questo gli eventi, festival, manifestazioni già promossi a Bologna vanno trasformati in un sistema di offerta culturale. In questa direzione va anche la proposta della creazione di un Festival dell’Economia Sociale che evidenzi il vivace tessuto associativo e imprenditoriale che in città opera intorno ai temi dell’economia civile. Vogliamo realizzare, con la collaborazione del Teatro Comunale e di sponsor privati, una produzione lirica estiva rivolta al grande pubblico. da localizzare nel contesto dei Giardini Margherita o – quando sarà realizzato – del Parco dei Prati di Caprara, sulla falsa riga di quanto avviene da anni a Central Park a New York.
La cultura è anche la carta decisiva per riqualificare alcune zone della città. Su Via Zamboni, ad esempio, si affacciano alcuni palazzi senatori importanti il Conservatorio, il Teatro Comunale, la Chiesa di San Giacomo Maggiore, l’Oratorio di Santa Cecilia, l’Università: Via Zamboni deve diventare nota come la via dell’Arte, della Musica e della Cultura, anche concordando con l’Università l’apertura serale di biblioteche e facoltà universitarie.
Il mondo sportivo bolognese è sempre stato una grande ricchezza per la comunità e un concreto esempio di applicazione del principio di sussidiarietà. Le associazioni sportive generano utilità sociale e contribuiscono all’aggregazione ed al benessere dei cittadini anche prevenendo forme di disagio sociale.
A Bologna come in tante altre realtà si è tentato di finanziare la realizzazione di nuovi impianti o la ristrutturazione di impianti esistenti attraverso la tecnica del Project Financing o attraverso bandi che prevedevano di caricare in capo ai gestori oneri pesanti come quelli di manutenzione straordinaria. L’esperienza ci ha insegnato che bandi del genere possono essere gestiti solo da operatori professionali patrimonializzati che vedono lo sport come strumento di profitto. Per un settore come quello dello sport va privilegiato l’aspetto socio-relazionale rispetto a quello della solidità finanziaria.
L’investimento per la realizzazione di nuovi impianti o per la ristrutturazione di quelli esistenti deve rimanere stabilmente in capo all’amministrazione comunale con metodi tradizionali. Le risorse da mettere in campo devono essere prioritariamente pubbliche. A valle di questo i bandi di affidamento della gestione devono adeguatamente valorizzare l’esperienza sul campo, il radicamento territoriale e l’aspetto relazionale così come recitano le norme regionali per la valorizzazione delle associazioni di promozione sociale.
Nonostante la diffusa offerta sportiva e culturale, i giovani faticano a trovare spazi dove possano autonomamente organizzarsi e gestire attività che non siano proposte e organizzate da altri. Occorre superare una certo stereotipo che vede nei “giovani” dei corpi estranei alla città. I giovani sono un elemento determinante della nostra vita civile e del nostro futuro.
Per incentivare esperienze di scambio con l’estero e ampliare e vera accoglienza vogliamo realizzare un nuovo ostello della gioventù.
Saranno poi individuati nuovi spazi da destinare ai giovani, attraverso una ricognizione degli spazi comunali oggi non utilizzati e nuovi progetti per favorire la promozione sociale e culturale dei giovani, anche utilizzando gli spazi vuoti presenti ai piani terra di alcuni fabbricati ACER.
giovedì 7 maggio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento