Giuseppe De Biasi
Giornalista
Nato nel 1960 a Carovigno, dal 1983 risiede a Bologna, città dove ha studiato, si è laureato e ha iniziato la sua attività giornalistica e professionale.
Attualmente vive in via Broccaindosso (Quartiere San Vitale) insieme ai due figli Elia Raffaele di 7 e Delia di 13 anni.
Esperienze politiche
Pur non essendo stato iscritto a nessun partito fino al 2008 (quando ha scelto di tesserarsi con l’IDV) ha sempre svolto attività politica fin dagli anni giovanili, come rappresentante d’istituto, nei collettivi universitari e poi come promotore culturale.
Dall’iscrizione all’IDV di Bologna si è impegnato attivamente nelle attività del partito collaborando agli eventi realizzati a Bologna (Firme contro il Lodo Alfano, Paladozza, Convegno sulla sicurezza, etc.) sia sotto il profilo organizzativo che dei rapporti con la stampa. Ha collaborato, inoltre, alla stesura delle linee programmatiche dell’IDV Bologna.
All’interno del partito è membro dell’Ufficio del Progetto, del coordinamento cittadino e Responsabile Ufficio Stampa dell’IDV Bologna.
Studi
Laurea in Etnomusicologia (Facoltà di Lettere e Filosofia), conseguita nel 1985 con il massimo dei voti presso l’Università di Bologna con il Prof. Roberto Leydi.
Nel 1987 è stato ammesso al master biennale post-laurea per Operatore Musicale (con indirizzo Direzione ed Organizzazione artistica) - istituito dalla Regione Toscana e dalla C.E.E. - presso il prestigioso Centro di Ricerca e Sperimentazione di S. Domenico di Fiesole, diplomandosi col massimo dei voti nel 1989.
Iscritto all’Albo dei Giornalisti dell’Emilia Romagna dal 1987 è professionista dal 1997.
Principali esperienze lavorative
Dal 1988 al 1990 ha collaborato con il teatro “Romolo Valli” di Reggio Emilia come responsabile stampa e consulente per la promozione.
Dal 1988 ad oggi ricopre il ruolo di direttore artistico - e responsabile stampa - della rassegna "Rocca in Musica" e del festival internazionale "Jazz in' It".
Dal 1987 è iscritto all'Albo dei Giornalisti dell'Emilia Romagna e come professionista ha collaborato con “Il Resto del Carlino”, “La Gazzetta di Modena”, “La Voce”, “L’Indipendente”, “La Repubblica”, “Rai3”, “Rete 7”, “Radiocorriere TV”, “Musica Jazz”, “Jazz It”, “Bell’Italia”.
Fin dalla sua fondazione (1989) è stato presidente dell'Associazione Italiana Operatori Musicali (Assiomi).
Dal 1990, in qualità di esperto, ha fatto parte della giuria di prestigiosi concorsi internazionali come il “Django d’Or” a Bruxelles (B), “Le Pepiniers” a Le Mans (F), “Bienal Joven” a Valencia (SP), la “Biennale Giovani del Mediterraneo” a Niort (F), il concorso “Iceberg” (I).
Dal 1996 al 1998 ha ricoperto il ruolo di direttore artistico e project-manager del Trait d’Union European Project (progetto europeo finanziato dalla CEE e dalle città di Amsterdam, Edimburgo, Palermo, Pamplona, Stoccolma).
Dal 1997 al 2001 è stato direttore responsabile della rivista “Jazz Around”
Dal 1997 al 2001 è stato direttore artistico, responsabile del catalogo e dei mercati internazionali della casa editrice e discografica Aura Music.
Per tutto il 2000 ha ricoperto il ruolo di direttore organizzativo del progetto comunitario “Jazz Crossing”, su commissione del Comitato Bologna 2000 nell’ambito delle celebrazioni di “Bologna Capitale Europea della Cultura”.
Dal 2003 al 2004 ha ricoperto il ruolo di Direttore della Comunicazione e Responsabile Ufficio Stampa del progetto ACTA, promosso e finanziato dal Ministero dell’Attività Produttive,
Attualmente come giornalista professionista collabora con diverse testate giornalistiche, tiene una rubrica settimanale sulle pagine de “La Repubblica” ed è responsabile della comunicazione dell’IGloves srl di Bologna.
giovedì 21 maggio 2009
Maura Pozzati
Maura Pozzati
docente e critica d'arte
Maura Pozzati è nata a Bologna nel 1967, dove si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia nel 1993 (relatore Pier Giovanni Castagnoli, correlatore Renato Barilli). Dopo la laurea, ha fatto due importanti esperienze all’estero presso il Guggenheim Museum di New York (nel curatorial department con Germano Celant), e presso l’IVAM di Valencia (con Vicente Todolì).
Si occupa prevalentemente di arte contemporanea e di didattica dell’arte. Ha collaborato con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, di cui è stata curatrice del Dipartimento Didattico.
È stata docente di Storia dell’Arte e docente al Master per curatori e operatori museali presso l’Accademia di Belle Arti di Milano; dal 2006 è docente di Storia e Metodologia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Ha curato mostre in spazi pubblici e privati tra cui “L’Ossessione del segno”, Studio La Città, Verona (1996), “Sognando pittura. Forma e Visione. Caccioni, Lappas, Pizzi Cannella, Sandra Tomboloni”, Galleria d’Arte Contemporanea di San Martino Valle Caudina (1997), “Fuori Centro. Contesti di arte contemporanea”, Tor Bella Monaca, Roma (1997), “Intimamente”, Studio La Città, Verona (1998), “Mainolfi. Concerto per gabbie, tamburi e ritratti”, Galleria de Foscherari, Galleria Otto, Galleria G7, Bologna (1999), “Flavio Favelli”, Galleria Valeria Belvedere, Milano (2001), 41° Premio Suzzara, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Suzzara (2001), 42° Premio Suzzara, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Suzzara (2002), Nicola Renzi “Siamo sempre soggetti”, Galleria Corraini, Mantova (2003), “Agli dei. Mostra personale di Bruno Raspanti”, Galleria 42 e Artealcontrario, Modena (2003), “Intrecciano. 31 artiste emiliane”, Foro Boario, Modena (2004), “Piero Manai. Una retrospettiva. Opere dal 1968 al 1988” Galleria d’Arte Moderna di Bologna (2004), “Paolo Bertocchi”, Galleria Corraini, Mantova (2005), “Pirro Cuniberti e Giuliano Della Casa. Carlo Cremaschi e Bruno Raspanti. Roberto Rizzoli e Mario Giovanardi”, Rocca dei Bentivoglio Bazzano (2006). “L’arte come amante. Da una collezione privata contemporanea”, Casa del Mantenga, Mantova (2007), “Aperò l’barbieri” personale di Mattia Barbieri, galleria 42contemporaneo, Modena (2007), “Set properties”, personale di Luca Pozzi, galleria 42contemporaneo, Modena (2007).
Ha pubblicato vari libri tra cui: Nel segno di Giacometti, Clueb, Bologna 1995; 3D. La scultura contemporanea: luoghi, spazi, materiali, Artè Editore, Bologna, 2002; Nicola Renzi. Siamo sempre soggetti, Corraini Editore, Mantova, 2003.
E’ stata redattore della prima rivista-laboratorio d’arte per ragazzi “Arteragazzi” e curatore-redattore della collana ArtèRagazzi, diretta da Marco Dallari.
Come giornalista ha curato la pagina di Arte di City Bologna dal 2001 al 2003; dal gennaio 2007 scrive sul Corriere di Bologna, inserto regionale del Corriere della Sera.
docente e critica d'arte
Maura Pozzati è nata a Bologna nel 1967, dove si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia nel 1993 (relatore Pier Giovanni Castagnoli, correlatore Renato Barilli). Dopo la laurea, ha fatto due importanti esperienze all’estero presso il Guggenheim Museum di New York (nel curatorial department con Germano Celant), e presso l’IVAM di Valencia (con Vicente Todolì).
Si occupa prevalentemente di arte contemporanea e di didattica dell’arte. Ha collaborato con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, di cui è stata curatrice del Dipartimento Didattico.
È stata docente di Storia dell’Arte e docente al Master per curatori e operatori museali presso l’Accademia di Belle Arti di Milano; dal 2006 è docente di Storia e Metodologia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Ha curato mostre in spazi pubblici e privati tra cui “L’Ossessione del segno”, Studio La Città, Verona (1996), “Sognando pittura. Forma e Visione. Caccioni, Lappas, Pizzi Cannella, Sandra Tomboloni”, Galleria d’Arte Contemporanea di San Martino Valle Caudina (1997), “Fuori Centro. Contesti di arte contemporanea”, Tor Bella Monaca, Roma (1997), “Intimamente”, Studio La Città, Verona (1998), “Mainolfi. Concerto per gabbie, tamburi e ritratti”, Galleria de Foscherari, Galleria Otto, Galleria G7, Bologna (1999), “Flavio Favelli”, Galleria Valeria Belvedere, Milano (2001), 41° Premio Suzzara, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Suzzara (2001), 42° Premio Suzzara, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Suzzara (2002), Nicola Renzi “Siamo sempre soggetti”, Galleria Corraini, Mantova (2003), “Agli dei. Mostra personale di Bruno Raspanti”, Galleria 42 e Artealcontrario, Modena (2003), “Intrecciano. 31 artiste emiliane”, Foro Boario, Modena (2004), “Piero Manai. Una retrospettiva. Opere dal 1968 al 1988” Galleria d’Arte Moderna di Bologna (2004), “Paolo Bertocchi”, Galleria Corraini, Mantova (2005), “Pirro Cuniberti e Giuliano Della Casa. Carlo Cremaschi e Bruno Raspanti. Roberto Rizzoli e Mario Giovanardi”, Rocca dei Bentivoglio Bazzano (2006). “L’arte come amante. Da una collezione privata contemporanea”, Casa del Mantenga, Mantova (2007), “Aperò l’barbieri” personale di Mattia Barbieri, galleria 42contemporaneo, Modena (2007), “Set properties”, personale di Luca Pozzi, galleria 42contemporaneo, Modena (2007).
Ha pubblicato vari libri tra cui: Nel segno di Giacometti, Clueb, Bologna 1995; 3D. La scultura contemporanea: luoghi, spazi, materiali, Artè Editore, Bologna, 2002; Nicola Renzi. Siamo sempre soggetti, Corraini Editore, Mantova, 2003.
E’ stata redattore della prima rivista-laboratorio d’arte per ragazzi “Arteragazzi” e curatore-redattore della collana ArtèRagazzi, diretta da Marco Dallari.
Come giornalista ha curato la pagina di Arte di City Bologna dal 2001 al 2003; dal gennaio 2007 scrive sul Corriere di Bologna, inserto regionale del Corriere della Sera.
Bettina Di Nardo
BETTINA DI NARDO
Bettina Di Nardo nasce a Brescia , vive per molti anni in Trentino e sceglie di vivere a Bologna dove di Laurea in Scienze Politiche, con una tesi in Psicologia.
Attualmente svolge ,come Libero professionista, attività di Consulenza e di Formazione in organizzazioni Pubbliche e private.
Ha deciso di candidarsi per continuare a scegliere e far scegliere questa Città e il Quartiere S. Stefano, dove risiede, per una politica di ascolto e di azione concreta verso i cittadini.
Bettina Di Nardo nasce a Brescia , vive per molti anni in Trentino e sceglie di vivere a Bologna dove di Laurea in Scienze Politiche, con una tesi in Psicologia.
Attualmente svolge ,come Libero professionista, attività di Consulenza e di Formazione in organizzazioni Pubbliche e private.
Ha deciso di candidarsi per continuare a scegliere e far scegliere questa Città e il Quartiere S. Stefano, dove risiede, per una politica di ascolto e di azione concreta verso i cittadini.
Anna Filippini
ANNA FILIPPINI
Nata a Molinella (Bologna) il 14 settembre 1951
Residente a Bologna dal 1962 /1963
Due figli
Attività lavorativa: promotore finanziario.
Iscritta all’Osservatorio sulla Legalità dal 1998-99 e all’Italia dei Valori dalla sua fondazione
Eletta consigliere nella lista di circoscrizione del Centrosinistra per Santo Stefano come rappresentante IdV nel 2004.
Come consigliere mi sono occupata della Commissione Comunicazione Esterna e dei progetti scaturiti da tale commissione.
Come Vicepresidente del quartiere ho coadiuvato, quando ce n’è stato bisogno, l’attività del Presidente.
Diploma di Scuola Media Superiore.
Un anno a giurisprudenza, lasciata per esigenze familiari.
Vent’anni di attività nel campo dell’infortunistica stradale presso lo studio legale del coniuge.
Iscrizione all’albo nazionale dei promotori finanziari dal 1993 e svolgimento ininterrotto di tale attività fino ad oggi con la stessa mandante, Finanza & Futuro Banca Gruppo Deutsche Bank .
Socia attiva di Legambiente anche nei campi di volontariato.
Vincenzo Bottiglioni
Vincenzo Bottiglioni.
41 anni, laureato in legge all'Università di Bologna. Giornalista pubblicista dal 1999.
Ha collaborato con radio locali e nazionali. Successivamente ha partecipato a 9 missioni di pace con le Nazioni unite in Bosnia, Kossovo, Timor est, Liberia.
Vive a bologna dove lavora come fotografo e operatore video.
Per il Quartiere San Vitale
Linee programmatiche del “Centrosinistra per San Vitale” per il mandato 2009-14 del Consiglio di Quartiere S. Vitale
Premessa
Le nostre ragioni
La coalizione di centrosinistra che si candida a governare il Quartiere S. Vitale si riconosce nel programma di Flavio Delbono. Pensiamo ad un’azione amministrativa decentrata, ma di forte sinergia con il Comune. Vogliamo agire su temi di rilevanza sociale e popolare, per superare anche a Bologna le crisi economico-sociale e ambientale.
Per una migliore qualità della vita
Qualità delle relazioni sociali: per combattere la solitudine e dare valore allo stare assieme, per lanciare un welfare di comunità, per stimolare le risorse economiche del territorio. Qualità ambientale: per un quartiere a misura d’uomo, urbanistica e mobilità eco-sostenibili, più aree ciclo-pedonali e spazi verdi, riqualificazione urbana. Qualità del territorio: per un quartiere più vivibile, dove il centro libero dal traffico diventi salotto socio-culturale della città e la periferia sia ponte della nuova grande Bologna metropolitana.
Per un nuovo Quartiere: un bene comune, casa di tutti
Costruiamo insieme la municipalità del futuro: partecipazione nelle istituzioni, senso civico nel territorio. Rafforziamo le relazioni con i cittadini come pratica di buongoverno: laboratori di urbanistica, assemblee di zona, consigli dei ragazzi, SiAmoBO, … Coinvolgiamo l’associazionismo per allargare la partecipazione responsabile nel gestire i servizi e nel presidiare gli spazi pubblici.
Oltre la paura, per le sicurezze dei cittadini di S. Vitale
Pensiamo al concetto di sicurezza declinato al plurale: come coesione e solidarietà contro le disuguaglianze socio-economiche e come libertà di abitare e frequentare il quartiere. Pianificazione per un territorio più ordinato, servizi sociali per una popolazione più coesa, cultura e sport come volano per l’integrazione sociale e tra generazioni, valorizzazione dell’identità territoriale.
Le priorità programmatiche (2009-14)
1) Mobilità sostenibile
La “crisi ambientale” globale richiede, sul piano locale, nuovi stili di vita collettivi più eco-compatibili, indotti e favoriti da coerenti politiche pubbliche, orientate verso la tutela e riqualificazione del territorio, la mobilità sostenibile, la riduzione dell’inquinamento, il risparmio energetico. In concreto proponiamo di:
• estendere le isole pedonali in centro, anzitutto completando il progetto in Zona Universitaria e accompagnando le limitazioni al traffico con alternative di accessibilità (bici pubbliche, bus e parcheggi) e piani d’arredo e riqualificazione urbana (per rendere più piacevole camminare tra bellezze culturali e opportunità commerciali nel cuore della città);
• investire sul trasporto pubblico, con un potenziamento di autobus e Servizio Ferroviario Metropolitano, interrando i passaggi a livello della ex-Veneta e auspicando la realizzazione della fermata Sant’Orsola;
• puntare sulle biciclette, con un piano di ricucitura ed estensione delle piste ciclabili e il rafforzamento delle iniziative promosse insieme alle Associazioni;
• migliorare la sicurezza stradale dell’utenza debole, con interventi di protezione e manutenzione in via Massarenti, nuovi percorsi sicuri casa/scuola e altre Zone 30 km/h nelle centralità periferiche (Croce del Biacco e Larga), per favorire la mobilità lenta e la socialità di vicinato, anche come presidio sociale contro l’insicurezza urbana.
2) Ambiente, Urbanistica e Commercio
In questi settori nel prossimo mandato intendiamo:
• governare le trasformazioni urbanistiche previste dal nuovo Piano Strutturale Comunale nelle zone di via Scandellara (da riqualificare) e via Mattei (da strutturare), per garantire il massimo di dotazioni territoriali disponibili per tutta la comunità (c’è bisogno di parchi, scuole, centri sociali e sportivi, …) e per creare un adeguato mix funzionale di residenze, uffici e servizi pubblici;
• nelle zone periferiche di futura espansione, riqualificare il territorio rafforzando il trasporto pubblico (bus, treno) e la mobilità pulita (bicicletta), accompagnare lo sviluppo territoriale incentivando la nascita di esercizi commerciali, società sportive, associazioni culturali;
• promuovere un’offerta commerciale più varia e orientata ai servizi in centro con un sistema di incentivi, valorizzare il tessuto dei negozi di vicinato, creare mercatini di strada, favorire la nascita di comitati di commercianti e responsabilizzarli in modo diretto nella cura del territorio e delle relazioni coi residenti;
• riorganizzare la raccolta differenziata, separando le componenti riciclabili sia per le civili abitazioni che per le attività commerciali e produttive, e sperimentando in modo progressivo forme di “porta a porta”; introdurre la carta riciclata negli Uffici di Quartiere, perché la P.A. deve dare per prima il buon esempio con pratiche ecologiche.
3) Politiche sociali, Sanità e Immigrazione
Politiche sociali. Vogliamo puntare ad un welfare di comunità, partendo dai servizi esistenti e dalle nuove competenze assegnate ai Quartieri: non solo la gestione dei servizi, seppure importante, ma anche la promozione di politiche e progettualità nuove di inclusione e di coesione sociale. Intendiamo rafforzare l’esperienza della Consulta del welfare, come strumento per migliorare e riorganizzare in modo partecipato i servizi sociali nel nostro quartiere.
Sanità. Vogliamo praticare in concreto nel nostro territorio l’idea di una forte integrazione socio-sanitaria, d’intesa con il Comune e l’Azienda USL, per affermare il diritto di tutti alla salute e al benessere, con un’assistenza mirata alle emergenze e agli adulti in difficoltà, con un pieno coinvolgimento delle famiglie e del terzo settore.
Immigrazione. Intendiamo tenere assieme due aspetti: garantire il rispetto delle regole, dei diritti e nel contempo dei doveri che ogni singolo cittadino ha nei confronti della collettività e della cosa pubblica; e investire sull’integrazione come opportunità sociale, culturale ed economica, per una maggiore sicurezza, coesione sociale e inclusione, valorizzando l’esperienza della Consulta dei cittadini stranieri come strumento per favorire un nuovo patto di cittadinanza e lavorando per l’integrazione territoriale delle comunità religiose e dei loro luoghi di culto e centri culturali.
4) Scuola, Università e Cultura
Scuola. E’ il tema del futuro, delle prossime generazioni. Nella fascia delle scuole elementari, ci impegniamo a mantenere la qualità dei servizi educativi integrativi, e ad assicurare il pre e post scuola, come diretto aiuto alle famiglie, tramite progetti innovativi per ampliare l’offerta formativa qualificata. Per i bambini di asili nido e materne, intendiamo estendere l’offerta di posti in forma diretta o convenzionata, promuovendo la realizzazione di nuove strutture pubbliche e monitorando attentamente gli standard di qualità dell’offerta educativa del privato sociale.
Università. Rilanciamo un forte rapporto di collaborazione tra una delle più grandi risorse della città e il Quartiere, attraverso un tavolo di confronto permanente su spazi e servizi per gli studenti e su manifestazioni culturali comuni. Favoriamo le sinergie possibili tra il sistema comunale e universitario di biblioteche, aule studio e musei, per allargarne reciprocamente la conoscenza e fruizione da parte di residenti e studenti.
Cultura. Mettiamo a frutto la ricchezza culturale dell’area di via Zamboni: creiamo una rete di spazi e di iniziative, insieme alle tante istituzioni e associazioni culturali presenti. Facciamo delle periferie nuovi centri per la cultura, mettendo a sistema i poli culturali esistenti, incentivando la produzione territoriale e favorendo la partecipazione da altre zone della città.
5) Vivibilità e Sicurezza urbana
Bologna è da sempre una città all’avanguardia nel saper cogliere i cambiamenti, nella tolleranza e nella capacità di vivere come risorsa chi decide di trasferirsi qui per studiare o lavorare: questa è l’anima di Bologna. C’è bisogno di uno sforzo nuovo, perché le paure, indotte e cavalcate dal centrodestra, aumentano, e il rischio di chiuderci nel nostro piccolo mondo, spazio, caseggiato è concreto. Per essere più sicuri e vivere meglio nel nostro quartiere, governiamo le trasformazioni:
• coinvolgiamo i cittadini nel presidio attivo del quartiere (a partire da iniziative come: “ripuliamo insieme i nostri portici” in centro e “curiamo insieme i nostri parchi e giardini” nelle periferie), incentiviamo la partecipazione responsabile di residenti e commercianti nel controllo del territorio, rilanciamo l’azione dei Vigili di prossimità;
• recuperiamo la vivibilità e miglioriamo la sicurezza con un piano d’area per la Zona Universitaria: c’è bisogno di coordinare l’insieme degli attori istituzionali e sociali presenti sul territorio e di realizzare azioni di promozione culturale, commerciale, sociale,…
• una città sicura per le donne è una città sicura per tutti: promuoviamo progetti e azioni di prevenzione, muovendosi sul piano dell’educazione delle giovani e giovanissime generazioni, a partire dal rispetto delle differenze e dal riconoscimento dell’altro, con progetti mirati nelle scuole.
6) Giovani, Sport e Associazionismo
Giovani. Aumentiamo gli spazi e le opportunità gratuite o a basso costo di socializzazione e produzione artistica per le ragazze e i ragazzi di Bologna e fuorisede, valorizzando le associazioni giovanili e studentesche e sviluppando le nuove tecnologie informatiche (rete pubblica wi-fi). Occorre superare un certo stereotipo che vede nei giovani dei corpi estranei alla città: le politiche giovanili sono un elemento determinante della nostra vita civile e del nostro futuro.
Sport. Vogliamo caratterizzare il prossimo mandato con una forte collaborazione tra il Quartiere e le società e associazioni sportive, che hanno un ruolo importante, in particolare per la crescita dei giovani, nel promuovere la pratica sportiva, attraverso la gestione degli impianti e la realizzazione di progetti e iniziative pubbliche.
Associazionismo. Il nostro quartiere dispone di due sedi denominate “casa delle associazioni” e di quattro Centri sociali autogestiti, punti di riferimento per i cittadini che coprono al meglio le esigenze del territorio: pensiamo alla messa in rete dei servizi che offrono per l’insieme della cittadinanza. Inoltre, il territorio vede la presenza di tante e significative realtà associative, all’interno di diversi settori (scuola, cultura, infanzia, immigrazione, sport,…): pensiamo ad un grande progetto civico per la coesione sociale e la solidarietà, attraverso un patto tra le generazioni.
I risultati di mandato (2004-09)
• Laboratori di Urbanistica Partecipata in via Larga, Croce del Biacco e Montagnola
• Nuovo parco urbano, casa delle associazioni e assistenti civici in via Larga
• Piazza dei Colori finalmente pubblica, pedonale, con un mercatino settimanale e la nuova area verde attrezzata all’ex Pioppeto Mattei
• Ciclo-pedonalizzazione e riqualificazione urbana (luce e pavimentazioni) della Zona Universitaria (via delle Moline, isole “Belle Arti” e “Belmeloro”)
• Interventi in via Massarenti per proteggere i pedoni, fluidificare il traffico e velocizzare i mezzi pubblici
• Nuova zona 30 km/h in Cirenaica e percorsi sicuri da casa a scuola per le Giordani
• Manutenzione e riqualificazione degli impianti sportivi (Sferisterio, Tamburini)
• Ristrutturazione e ammodernamento delle scuole (G. Betti, J. Della Quercia, Tempesta) e nuovo asilo nido in convenzione “Ciuf ciuf”
• Nuovi spazi in Cirenaica: palazzina delle Associazioni “Linea 37” e palestra “Arpad Weisz”
• Progetti-pilota per l’assistenza agli anziani: So-stare insieme, Teniamoci per mano
• Manifestazioni culturali: Quadriportico vicolo Bolognetti, Scandellara Rock, BE’ Piazza Verdi, feste di strada
• Giovani: consiglio dei ragazzi, centro polivalente Mattei-Martelli, SiAmoBO – studenti civici e sCATENAti!, mediazione di strada nelle periferie, coordinamento adolescenti
• Consulta e sportello informativo per i cittadini stranieri
venerdì 8 maggio 2009
L'energia della cultura
BOLOGNA E LA CULTURA
La politica culturale è un tema cruciale per Bologna: più che un tema si potrebbe dire “valore” intendendo come valore quello che Calvino pensava a proposito della letteratura, valore come qualità o specificità proprie della cultura, e che solo la cultura può dare con i suoi mezzi specifici.
La produzione culturale è, e non si smetta mai di sottolinearlo, indispensabile fattore di sviluppo economico, oltre che fattore di civiltà. Per questo va incoraggiata e messa al centro di un programma politico serio e attento alle necessità vere della città, chiedendo all’amministrazione locale ogni tipo di valorizzazione delle istituzioni culturali e di collegamento e dialogo reciproco tra loro. La progettazione della politica culturale parte da quello che già esiste nel territorio.
La cultura è un servizio per tutti, e non un fiore all’occhiello del singolo assessore, direttore o sovrintendente: e quando si dice servizio, si deve pensare che la cultura non è la “politica dei grandi eventi” ma un fenomeno diffuso e quotidiano, fatto di piccole e grandi cose (laboratori per bambini, biblioteche aperte la domenica, mostre e spettacoli gratuiti, rassegne estive che durano due mesi e non solo la sera del grande concerto, spazi gestiti dai giovani per i giovani). In sintesi la cultura in cui crediamo è la capacità di generare occasioni di dibattito e di approfondimento, di promuovere l'acquisizione e la circolazione dei saperi, di diffondere strumenti ed opportunità. Questo rende la cultura un importante motore di sviluppo.
LE NOSTRE PROPOSTE
L’Assessorato alla Cultura deve essere il motore di una selezionata serie di progetti qualificati da sviluppare con coerenza, creando così eventi costanti nel tempo, senza rincorrere i grandi eventi, che non salvano né trasformano la vita culturale della città.
Un grosso sforzo dovrà essere fatto nella direzione di un’integrazione della programmazione culturale con le politiche di riqualificazione urbana, di mediazione culturale e dei servizi culturali per l’infanzia (IDEA: istituire un laboratorio permanente d’arte per bambini, aperto anche il sabato e la domenica).
Bologna, può tornare ad essere un punto di riferimento per le altre città solo se sarà capace di confrontarsi e di dialogare con loro sul piano nazionale e internazionale. Bologna ha tuttora la grande fortuna di ricevere ogni anno un grosso numero di studenti da diverse parti del mondo, e ad oggi questo patrimonio culturale sembra non essere preso in considerazione e valorizzato.
Parole chiave per una nuova idea di cultura a Bologna
1) BASTA COI FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Pochi finanziamenti, consistenti, con forte responsabilizzazione di alcuni attori chiave (Musei, Teatri, Università e realtà produttive/creative di eccellenza).
Mai più finanziamenti a pioggia, per accontentare tutti. Perché oramai siamo sicuri che finanziare tutto e tutti non solo non è possibile causa i tagli enormi alla cultura, ma anche ingiustificabile e controproducente. Occorre scegliere, selezionare, indicare alcuni criteri di qualità e di innovazione e verificare poi i livelli di capacità gestionale. In questa ottica un buon assessorato non gestisce la cultura in proprio ma la fa gestire alle istituzioni cittadine, salvaguardando le realtà locali meritevoli e significative.
2) NETWORK TRA ISTITUZIONI CULTURALI E TRA I TEATRI
Bisogna collegare Bologna alle altre città, coproducendo grandi spettacoli, soprattutto per gli enti lirici (che richiedono grandi sprechi di denaro). Per la lirica coproduzione e reciprocità possono essere dei nuovi punti di forza e di uscita dalla attuale crisi. Ma la stessa cosa vale per le mostre, che possono essere esportate, con tagli alle spese del catalogo e dell’assicurazione delle opere, oltre che per il prestigio di mandare in giro per il mondo una mostra prodotta dal MAMBO o dalla Pinacoteca, per esempio.
3) COLLABORAZIONE COI PRIVATI
Cercare di collaborare con i privati, nell’ottica del finanziamento e non della gestione. Per questo quando si richiede la collaborazione dei privati non si dovrebbe superare mai il 49 %, altrimenti diventa una S.p.A.
4) NODO UNIVERSITÀ
Un punto molto delicato è stabilire un rapporto continuo ed efficace con l’università e i centri di ricerca, soprattutto per quanto riguarda la cultura giovanile. Il Comune dovrebbe fare sistema con l’Università per quanto riguarda i servizi allo studente, (es. biblioteche aperte di domenica, di notte) e le iniziative culturali interdisciplinari, con il coinvolgimento di altre prestigiose università e studenti provenienti da tutta Europa. Soltanto collaborando, al di là dell’ottica baronale ed economica che fino ad oggi ha regnato imperante, si recupera lo scollamento che esiste tra città (Comune) e Università.
5) MAGGIORE ATTENZIONE ALL’INFANZIA
Il mondo della scuola e dell’educazione ha sempre più bisogno di una didattica legata all’arte, intendendo per didattica dell’arte quell’approccio all’arte (arte visiva, musica, teatro) che vede nel laboratorio il luogo per eccellenza di ricezione e produzione di saperi, ma soprattutto il luogo di elaborazione – costruzione delle identità personali dei protagonisti, bambini o adulti che siano. Per questo, dopo avere valutato la crescente domanda da parte di scuola e famiglia in questo settore (liste d’attesa per il laboratorio del MAMBO, soprattutto per le DOMENICHE AL MUSEO) può essere davvero importante creare un laboratorio permanente d’arte, musica e teatro per i bambini, dove soprattutto il sabato e la domenica i piccoli si possano divertire imparando. Per esperienza sappiamo che questo genere di iniziative trovano sempre finanziatori pubblici o privati, soprattutto a Bologna e in Emilia Romagna, dove i servizi all’infanzia sono sempre stati considerati all’avanguardia.
La politica culturale è un tema cruciale per Bologna: più che un tema si potrebbe dire “valore” intendendo come valore quello che Calvino pensava a proposito della letteratura, valore come qualità o specificità proprie della cultura, e che solo la cultura può dare con i suoi mezzi specifici.
La produzione culturale è, e non si smetta mai di sottolinearlo, indispensabile fattore di sviluppo economico, oltre che fattore di civiltà. Per questo va incoraggiata e messa al centro di un programma politico serio e attento alle necessità vere della città, chiedendo all’amministrazione locale ogni tipo di valorizzazione delle istituzioni culturali e di collegamento e dialogo reciproco tra loro. La progettazione della politica culturale parte da quello che già esiste nel territorio.
La cultura è un servizio per tutti, e non un fiore all’occhiello del singolo assessore, direttore o sovrintendente: e quando si dice servizio, si deve pensare che la cultura non è la “politica dei grandi eventi” ma un fenomeno diffuso e quotidiano, fatto di piccole e grandi cose (laboratori per bambini, biblioteche aperte la domenica, mostre e spettacoli gratuiti, rassegne estive che durano due mesi e non solo la sera del grande concerto, spazi gestiti dai giovani per i giovani). In sintesi la cultura in cui crediamo è la capacità di generare occasioni di dibattito e di approfondimento, di promuovere l'acquisizione e la circolazione dei saperi, di diffondere strumenti ed opportunità. Questo rende la cultura un importante motore di sviluppo.
LE NOSTRE PROPOSTE
L’Assessorato alla Cultura deve essere il motore di una selezionata serie di progetti qualificati da sviluppare con coerenza, creando così eventi costanti nel tempo, senza rincorrere i grandi eventi, che non salvano né trasformano la vita culturale della città.
Un grosso sforzo dovrà essere fatto nella direzione di un’integrazione della programmazione culturale con le politiche di riqualificazione urbana, di mediazione culturale e dei servizi culturali per l’infanzia (IDEA: istituire un laboratorio permanente d’arte per bambini, aperto anche il sabato e la domenica).
Bologna, può tornare ad essere un punto di riferimento per le altre città solo se sarà capace di confrontarsi e di dialogare con loro sul piano nazionale e internazionale. Bologna ha tuttora la grande fortuna di ricevere ogni anno un grosso numero di studenti da diverse parti del mondo, e ad oggi questo patrimonio culturale sembra non essere preso in considerazione e valorizzato.
Parole chiave per una nuova idea di cultura a Bologna
1) BASTA COI FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Pochi finanziamenti, consistenti, con forte responsabilizzazione di alcuni attori chiave (Musei, Teatri, Università e realtà produttive/creative di eccellenza).
Mai più finanziamenti a pioggia, per accontentare tutti. Perché oramai siamo sicuri che finanziare tutto e tutti non solo non è possibile causa i tagli enormi alla cultura, ma anche ingiustificabile e controproducente. Occorre scegliere, selezionare, indicare alcuni criteri di qualità e di innovazione e verificare poi i livelli di capacità gestionale. In questa ottica un buon assessorato non gestisce la cultura in proprio ma la fa gestire alle istituzioni cittadine, salvaguardando le realtà locali meritevoli e significative.
2) NETWORK TRA ISTITUZIONI CULTURALI E TRA I TEATRI
Bisogna collegare Bologna alle altre città, coproducendo grandi spettacoli, soprattutto per gli enti lirici (che richiedono grandi sprechi di denaro). Per la lirica coproduzione e reciprocità possono essere dei nuovi punti di forza e di uscita dalla attuale crisi. Ma la stessa cosa vale per le mostre, che possono essere esportate, con tagli alle spese del catalogo e dell’assicurazione delle opere, oltre che per il prestigio di mandare in giro per il mondo una mostra prodotta dal MAMBO o dalla Pinacoteca, per esempio.
3) COLLABORAZIONE COI PRIVATI
Cercare di collaborare con i privati, nell’ottica del finanziamento e non della gestione. Per questo quando si richiede la collaborazione dei privati non si dovrebbe superare mai il 49 %, altrimenti diventa una S.p.A.
4) NODO UNIVERSITÀ
Un punto molto delicato è stabilire un rapporto continuo ed efficace con l’università e i centri di ricerca, soprattutto per quanto riguarda la cultura giovanile. Il Comune dovrebbe fare sistema con l’Università per quanto riguarda i servizi allo studente, (es. biblioteche aperte di domenica, di notte) e le iniziative culturali interdisciplinari, con il coinvolgimento di altre prestigiose università e studenti provenienti da tutta Europa. Soltanto collaborando, al di là dell’ottica baronale ed economica che fino ad oggi ha regnato imperante, si recupera lo scollamento che esiste tra città (Comune) e Università.
5) MAGGIORE ATTENZIONE ALL’INFANZIA
Il mondo della scuola e dell’educazione ha sempre più bisogno di una didattica legata all’arte, intendendo per didattica dell’arte quell’approccio all’arte (arte visiva, musica, teatro) che vede nel laboratorio il luogo per eccellenza di ricezione e produzione di saperi, ma soprattutto il luogo di elaborazione – costruzione delle identità personali dei protagonisti, bambini o adulti che siano. Per questo, dopo avere valutato la crescente domanda da parte di scuola e famiglia in questo settore (liste d’attesa per il laboratorio del MAMBO, soprattutto per le DOMENICHE AL MUSEO) può essere davvero importante creare un laboratorio permanente d’arte, musica e teatro per i bambini, dove soprattutto il sabato e la domenica i piccoli si possano divertire imparando. Per esperienza sappiamo che questo genere di iniziative trovano sempre finanziatori pubblici o privati, soprattutto a Bologna e in Emilia Romagna, dove i servizi all’infanzia sono sempre stati considerati all’avanguardia.
giovedì 7 maggio 2009
Il programma della coalizione
Il mondo della cultura bolognese è sempre stato ricco di attori, ma molto frammentato. Occorre condividere le priorità e concentrare le risorse per favorire gli effetti positivi che la cultura ha sulla crescita economica e civile di una comunità. In questa direzione vanno il progetto del Polo Museale di Palazzo D’Accursio e il Museo della Città promosso meritoriamente dalla Fondazione Carisbo, il Polo della Manifattura delle Arti, Sala Borsa e la vocazione culturale della futura area Staveco.
“Mettere a sistema” e “Valorizzare le eccellenze esistenti” sono le parole d’ordine, con l’obiettivo di definire un vero e proprio Piano Strategico della Cultura Bolognese.
Bologna presenta nel Paese un sistema culturale particolarmente vivace e variegato in termini di offerta (musei, teatri, biblioteche, cinema, associazionismo) in grado di coprire quasi tutte le diverse aree d’interesse della cultura e delle fasce di popolazione della città: emerge però la necessità di valorizzare di più queste differenti situazioni in una rete di interazioni tra le istituzioni comunali, i soggetti culturali privati Fondazioni, l’Università, lo Stato (Pinacoteca), le associazioni della città e i quartieri, per evitare la dispersione delle risorse e delle esperienze.
Sul fronte delle eccellenze, Bologna vanta una Cineteca di livello internazionale, un Museo d’Arte Moderna di altissimo profilo e può nei prossimi anni valorizzare ulteriormente un gioiello come la Sala Borsa, il riconoscimento UNESCO di “Città della Musica”.
Bologna può inoltre contare già oggi su una fitta rete di biblioteche comunali e universitarie, su un importante numero di teatri e su alcuni festival ormai consolidati. Occorre mettere in rete le potenzialità dei teatri e dei festival in un’ottica di attrattività nazionale ed internazionale, attraverso un progetto che li promuova in modo unitario in Italia e all’estero, che definisca luoghi e modalità, catalizzando sponsor e investimenti.
Obiettivo fondamentale sarà la collocazione internazionale di Bologna che, grazie anche alla rapida accessibilità frutto dell’Alta Velocità, è sempre più città crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura, anche attraverso un calendario di proposte culturali e di spettacoli di qualità per attrarre nuove risorse e promuovere una nuova “immagine” della città.
Le grandi potenzialità di attrazione turistica di Bologna passano attraverso una piena appropriazione della sua storia con eventi ed iniziative che esaltino il ruolo avuto dalla città nella vicenda culturale e storica dell’Italia e dell’Europa.
Va altresì valorizzata la grande tradizione culinaria ed enogastronomica della città che è uno dei motivi più importanti della sua fama internazionale.
A tale scopo si dovrà promuovere la messa in rete di tutti i soggetti che operano per la promozione della città.
La sperimentazione è un valore e va conservato, la maggior parte delle risorse destinate alla cultura deve essere orientata verso soggetti in grado di bilanciare qualità dell’offerta, efficienza nella gestione e riscontro di pubblico, valorizzando anche alcune filiere di produzione culturale particolarmente vivaci nella nostra città (produzione cinematografica ed audiovideo, creatività nell’arte e nell’editoria, della musica, etc.).
E’ importante comunque affermare che la spesa culturale può essere un importante investimento e può garantire ai cittadini non solo una migliore qualità della vita, ma il pieno godimento di quella libertà culturale ormai riconosciuta fra i diritti non comprimibili della persona. La cultura è la leva fondamentale per attirare visitatori qualificati a Bologna. Bologna deve puntare sul turismo culturale, posizionandosi come crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura. In questa prospettiva dobbiamo lavorare su eventi in grado di valorizzare i luoghi della nostra città. Per questo gli eventi, festival, manifestazioni già promossi a Bologna vanno trasformati in un sistema di offerta culturale. In questa direzione va anche la proposta della creazione di un Festival dell’Economia Sociale che evidenzi il vivace tessuto associativo e imprenditoriale che in città opera intorno ai temi dell’economia civile. Vogliamo realizzare, con la collaborazione del Teatro Comunale e di sponsor privati, una produzione lirica estiva rivolta al grande pubblico. da localizzare nel contesto dei Giardini Margherita o – quando sarà realizzato – del Parco dei Prati di Caprara, sulla falsa riga di quanto avviene da anni a Central Park a New York.
La cultura è anche la carta decisiva per riqualificare alcune zone della città. Su Via Zamboni, ad esempio, si affacciano alcuni palazzi senatori importanti il Conservatorio, il Teatro Comunale, la Chiesa di San Giacomo Maggiore, l’Oratorio di Santa Cecilia, l’Università: Via Zamboni deve diventare nota come la via dell’Arte, della Musica e della Cultura, anche concordando con l’Università l’apertura serale di biblioteche e facoltà universitarie.
Il mondo sportivo bolognese è sempre stato una grande ricchezza per la comunità e un concreto esempio di applicazione del principio di sussidiarietà. Le associazioni sportive generano utilità sociale e contribuiscono all’aggregazione ed al benessere dei cittadini anche prevenendo forme di disagio sociale.
A Bologna come in tante altre realtà si è tentato di finanziare la realizzazione di nuovi impianti o la ristrutturazione di impianti esistenti attraverso la tecnica del Project Financing o attraverso bandi che prevedevano di caricare in capo ai gestori oneri pesanti come quelli di manutenzione straordinaria. L’esperienza ci ha insegnato che bandi del genere possono essere gestiti solo da operatori professionali patrimonializzati che vedono lo sport come strumento di profitto. Per un settore come quello dello sport va privilegiato l’aspetto socio-relazionale rispetto a quello della solidità finanziaria.
L’investimento per la realizzazione di nuovi impianti o per la ristrutturazione di quelli esistenti deve rimanere stabilmente in capo all’amministrazione comunale con metodi tradizionali. Le risorse da mettere in campo devono essere prioritariamente pubbliche. A valle di questo i bandi di affidamento della gestione devono adeguatamente valorizzare l’esperienza sul campo, il radicamento territoriale e l’aspetto relazionale così come recitano le norme regionali per la valorizzazione delle associazioni di promozione sociale.
Nonostante la diffusa offerta sportiva e culturale, i giovani faticano a trovare spazi dove possano autonomamente organizzarsi e gestire attività che non siano proposte e organizzate da altri. Occorre superare una certo stereotipo che vede nei “giovani” dei corpi estranei alla città. I giovani sono un elemento determinante della nostra vita civile e del nostro futuro.
Per incentivare esperienze di scambio con l’estero e ampliare e vera accoglienza vogliamo realizzare un nuovo ostello della gioventù.
Saranno poi individuati nuovi spazi da destinare ai giovani, attraverso una ricognizione degli spazi comunali oggi non utilizzati e nuovi progetti per favorire la promozione sociale e culturale dei giovani, anche utilizzando gli spazi vuoti presenti ai piani terra di alcuni fabbricati ACER.
“Mettere a sistema” e “Valorizzare le eccellenze esistenti” sono le parole d’ordine, con l’obiettivo di definire un vero e proprio Piano Strategico della Cultura Bolognese.
Bologna presenta nel Paese un sistema culturale particolarmente vivace e variegato in termini di offerta (musei, teatri, biblioteche, cinema, associazionismo) in grado di coprire quasi tutte le diverse aree d’interesse della cultura e delle fasce di popolazione della città: emerge però la necessità di valorizzare di più queste differenti situazioni in una rete di interazioni tra le istituzioni comunali, i soggetti culturali privati Fondazioni, l’Università, lo Stato (Pinacoteca), le associazioni della città e i quartieri, per evitare la dispersione delle risorse e delle esperienze.
Sul fronte delle eccellenze, Bologna vanta una Cineteca di livello internazionale, un Museo d’Arte Moderna di altissimo profilo e può nei prossimi anni valorizzare ulteriormente un gioiello come la Sala Borsa, il riconoscimento UNESCO di “Città della Musica”.
Bologna può inoltre contare già oggi su una fitta rete di biblioteche comunali e universitarie, su un importante numero di teatri e su alcuni festival ormai consolidati. Occorre mettere in rete le potenzialità dei teatri e dei festival in un’ottica di attrattività nazionale ed internazionale, attraverso un progetto che li promuova in modo unitario in Italia e all’estero, che definisca luoghi e modalità, catalizzando sponsor e investimenti.
Obiettivo fondamentale sarà la collocazione internazionale di Bologna che, grazie anche alla rapida accessibilità frutto dell’Alta Velocità, è sempre più città crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura, anche attraverso un calendario di proposte culturali e di spettacoli di qualità per attrarre nuove risorse e promuovere una nuova “immagine” della città.
Le grandi potenzialità di attrazione turistica di Bologna passano attraverso una piena appropriazione della sua storia con eventi ed iniziative che esaltino il ruolo avuto dalla città nella vicenda culturale e storica dell’Italia e dell’Europa.
Va altresì valorizzata la grande tradizione culinaria ed enogastronomica della città che è uno dei motivi più importanti della sua fama internazionale.
A tale scopo si dovrà promuovere la messa in rete di tutti i soggetti che operano per la promozione della città.
La sperimentazione è un valore e va conservato, la maggior parte delle risorse destinate alla cultura deve essere orientata verso soggetti in grado di bilanciare qualità dell’offerta, efficienza nella gestione e riscontro di pubblico, valorizzando anche alcune filiere di produzione culturale particolarmente vivaci nella nostra città (produzione cinematografica ed audiovideo, creatività nell’arte e nell’editoria, della musica, etc.).
E’ importante comunque affermare che la spesa culturale può essere un importante investimento e può garantire ai cittadini non solo una migliore qualità della vita, ma il pieno godimento di quella libertà culturale ormai riconosciuta fra i diritti non comprimibili della persona. La cultura è la leva fondamentale per attirare visitatori qualificati a Bologna. Bologna deve puntare sul turismo culturale, posizionandosi come crocevia privilegiato per i turisti e per il pubblico appassionato della cultura. In questa prospettiva dobbiamo lavorare su eventi in grado di valorizzare i luoghi della nostra città. Per questo gli eventi, festival, manifestazioni già promossi a Bologna vanno trasformati in un sistema di offerta culturale. In questa direzione va anche la proposta della creazione di un Festival dell’Economia Sociale che evidenzi il vivace tessuto associativo e imprenditoriale che in città opera intorno ai temi dell’economia civile. Vogliamo realizzare, con la collaborazione del Teatro Comunale e di sponsor privati, una produzione lirica estiva rivolta al grande pubblico. da localizzare nel contesto dei Giardini Margherita o – quando sarà realizzato – del Parco dei Prati di Caprara, sulla falsa riga di quanto avviene da anni a Central Park a New York.
La cultura è anche la carta decisiva per riqualificare alcune zone della città. Su Via Zamboni, ad esempio, si affacciano alcuni palazzi senatori importanti il Conservatorio, il Teatro Comunale, la Chiesa di San Giacomo Maggiore, l’Oratorio di Santa Cecilia, l’Università: Via Zamboni deve diventare nota come la via dell’Arte, della Musica e della Cultura, anche concordando con l’Università l’apertura serale di biblioteche e facoltà universitarie.
Il mondo sportivo bolognese è sempre stato una grande ricchezza per la comunità e un concreto esempio di applicazione del principio di sussidiarietà. Le associazioni sportive generano utilità sociale e contribuiscono all’aggregazione ed al benessere dei cittadini anche prevenendo forme di disagio sociale.
A Bologna come in tante altre realtà si è tentato di finanziare la realizzazione di nuovi impianti o la ristrutturazione di impianti esistenti attraverso la tecnica del Project Financing o attraverso bandi che prevedevano di caricare in capo ai gestori oneri pesanti come quelli di manutenzione straordinaria. L’esperienza ci ha insegnato che bandi del genere possono essere gestiti solo da operatori professionali patrimonializzati che vedono lo sport come strumento di profitto. Per un settore come quello dello sport va privilegiato l’aspetto socio-relazionale rispetto a quello della solidità finanziaria.
L’investimento per la realizzazione di nuovi impianti o per la ristrutturazione di quelli esistenti deve rimanere stabilmente in capo all’amministrazione comunale con metodi tradizionali. Le risorse da mettere in campo devono essere prioritariamente pubbliche. A valle di questo i bandi di affidamento della gestione devono adeguatamente valorizzare l’esperienza sul campo, il radicamento territoriale e l’aspetto relazionale così come recitano le norme regionali per la valorizzazione delle associazioni di promozione sociale.
Nonostante la diffusa offerta sportiva e culturale, i giovani faticano a trovare spazi dove possano autonomamente organizzarsi e gestire attività che non siano proposte e organizzate da altri. Occorre superare una certo stereotipo che vede nei “giovani” dei corpi estranei alla città. I giovani sono un elemento determinante della nostra vita civile e del nostro futuro.
Per incentivare esperienze di scambio con l’estero e ampliare e vera accoglienza vogliamo realizzare un nuovo ostello della gioventù.
Saranno poi individuati nuovi spazi da destinare ai giovani, attraverso una ricognizione degli spazi comunali oggi non utilizzati e nuovi progetti per favorire la promozione sociale e culturale dei giovani, anche utilizzando gli spazi vuoti presenti ai piani terra di alcuni fabbricati ACER.
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